I denti trattati alla radice sono quindi considerati campi di interferenza secondo il principio Root2Disease. Ma come fa il dentista a scoprire se un dente è la radice di una malattia?

La diagnostica a raggi X è un metodo adatto per rilevare questi campi di interferenza. In questo modo, il biodentista può riconoscere se si è formata un’infiammazione intorno alla radice trattata. Inoltre, un piccolo campione di tessuto può essere esaminato in laboratorio per individuare i prodotti finali del metabolismo dei batteri che colonizzano il dente. Infine, la cosiddetta iniezione di prova con procaina è una misura diagnostica per rilevare i campi di interferenza sul parodonto. A tal fine, il dentista inietta una piccola quantità di procaina nel dente sospetto, dove viene scomposta enzimaticamente. Se il dente in questione è un campo di interferenza nel senso del concetto di Root2Disease, il paziente di solito nota dei cambiamenti nei disturbi fisici associati a questo campo di interferenza. Per alleviare i problemi di salute, di solito è possibile solo rimuovere il dente morto. Tuttavia, questa misura vale la pena per il paziente: di solito è ricompensata dalla liberazione dai sintomi e da un nuovo atteggiamento nei confronti della vita.